La prima pagina dell'ultima edizione della Weltwoche recita: "Arrivano i Rom: razzie in Svizzera." È possibile che questa immagine e queste parole (provocazione e anticipazione di un articolo sul serio problema dello sfruttamento dei bambini rom da parte della criminalità organizzata nelle città svizzere) possano passare inosservate agli occhi di qualcuno di voi, o addirittura rappresentarne la mentalità.
Per me, no. Mi sono arrivate addosso come una secchiata d'acqua fredda in gennaio.
Avrò tempo di raccontarvi della mia piccola grande esperienza con una realtà nomade che sostava, fino all'anno scorso, non molto distante dalle nostre case. Avrò tempo di spiegarvi il perché, il per come, e i grazie a. Purtroppo è facile fare rumore con un bimbo armato e parole grosse e lo è anche cadere in inganno e in errore alla vista di un manifesto del genere. Quello che mi preme dunque farvi avere ora è qualche spunto e qualche link da sfogliare, da ascoltare, un piccolo incoraggiamento a non fermarvi mai alla copertina.
Denunce penali contro la Weltwoche da rsi.ch
I bambini mendicanti sono vittime, non delinquenti da swissinfo.ch
Sfogliando i diversi rimandi su swissinfo.ch ho trovato informazioni interessanti. Per gli appassionati di fotografia sono riuscita a mettere le mani sulla notizia di una mostra esposta a Winterthur nel 2009. Qui e qui si possono trovare alcune immagini tratte da questa esposizione di Joakin Eskildsen. Inutile dire che a breve cercherò di procurarmi questo libro.
Ironia della sorte, ho letto che questo book ha come introduzione uno scritto del premio nobel per la letteratura Günter Grass, proprio in questi giorni nell'occhio del ciclone per il suo Was sagen werden muss. Questa sera al telegiornale è stata mostrata l'intervista in merito, curata da Gianluca Grossi, a Amos Oz, scrittore israeliano.
Vorrei rubare le parole di quest'ultimo, senza la pretesa di essere migliori, ma con quella di essere curiosi e capaci di amare.
« La letteratura a volte può aiutare a immaginare l'altro, il diverso da noi. Credo profondamente nella curiosità, e la letteratura evoca la curiosità. La curiosità è una questione morale.
Una persona curiosa è migliore di una non curiosa, perché il curioso si chiede "che cosa farei se fossi l'altro?" questa domanda fa di un individuo una persona migliore, una persona capace di amare. »
Amos Oz (1939*)
E da ultimo, ma non meno importante, torniamo alle nostre latitudini.
Un piccolo assaggio di quel che arriverà, spero presto.
Non abbiate paura.
M a d i k h a s s h m e n
Un piccolo assaggio di quel che arriverà, spero presto.
Non abbiate paura.
M a d i k h a s s h m e n
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