mercoledì 1 agosto 2012

Caro Gianluca,


non ho sempre detestato i botti del primo agosto. Li detestavo quando ero piccola, perché mi facevano paura e mi costringevano con le mani sulle orecchie, nella cüsina dala zia Curina, senza mai apprezzarne lo spettacolo. Li detesto oggi per la loro inutilità, per l'impatto ambientale, perché mi fanno morire di paura il cane - non solo il mio e non solo il cane, perché sono un immenso spreco di soldi e perché sono una buona scusa per distogliere l'attenzione dal suolo, rosso e crociato in tutti i sensi (non solo quello patrio), per guardare colori brillanti cadere dal nostro angolino di cielo. In mezzo, mi sono anche piaciuti.

Con le mie orecchie, non ho mai sentito quelli veri, quelli dei morti per strada ma senza luci nel cielo, perché non mi sono mai allontanata più di tanto dalla festeggiata o quantomeno nella direzione necessaria. Da certi botti, dicono in giro che è meglio stare lontani. Li ho sentiti spesso, invece, filtrati dai telegiornali delle reti nazionali, fossero questi ultimi non davvero in italiano, non davvero in francese o non davvero in tedesco. Tanto, i botti, a differenza dei discorsi, sono comprensibili a tutti.
Li ho visti, negli occhi azzurri di Adnan, nella sua curiosità, fame di cibo e di sapere, nascosti dai suoi sorrisi a denti larghi. Li ho incrociati, senza saperlo con precisione, in quell'amico delle elementari, inghiottito da un'estate di una decina di anni fa (tornato o rimandato a casa?), fuggito con la sua famiglia dal conflitto in Kosovo per vivere qualche anno nella tranquilla Svizzera e sedersi al mio stesso banco. Li ho visti e letti, taglienti come lame, sugli articoli di cronaca, sulle fotografie, raccontati da munizioni e penne, schiette come le tue.

Quest'anno non mi va bene per niente e non mi va bene niente. Sul mio letto, o meglio sul mio divano, ci sono due dei miei amori. Il terzo, fattosi piccolo piccolo, se solo potesse, scomparirebbe. Uno è un occhio sulla piccola realtà che mi circonda, uno elettronico che trasforma il mio sguardo in immagine, della stessa marca del tuo, tra l'altro. Un po' meno professionale, certo, ma per me va bene così. Forse un giorno lo porterò distante anche io, ma sarebbe meglio che, quel giorno, non ci fossero più conflitti da fotografare. Il secondo è un libro, per far passare questa strana serata. Il terzo si chiama Denver.

Eppure avrebbe potuto andarmi peggio, lo sappiamo entrambi. Invece no, sono esattamente nella mia città, che sarebbe poi anche la 
tua. Una città che purtroppo non ha deciso di evitare il frastuono della guerra per festeggiare e che per farlo degnamente ha pensato bene di usare oltre 25'000 franchi. Ma non è l'unica. A cominciare da Coldrerio - in un Mendrisiotto silenzioso, privati esclusi - con i suoi 2'500 franchi, seguito da Airolo, che cerca di dare uno spettacolo all'altezza della situazione rimanendo nei suoi 3'500.-, per arrivare ad Ascona, con i suoi 40'000 franchi e concludere, in Ticino, con Lugano, a primeggiare su qualsiasi fronte (e quindi anche su questo), con i suoi 175'000 franchi.

Sai, il tuo Se Berna mi legge, l'ho letto, per sbaglio, solo dopo aver già letto Primo agosto e i miei due amori e dopo essere venuta a conoscenza delle cifre in denaro usate (sprecate) per disegnare nel cielo questa notte.
246'000 franchi - duecentoquarantaseimilafranchi! - (se poi vogliamo aggiungerci anche gli stimati 3,5 milioni di franchi di danni a immobili causati dallo scoppio di fuochi artificiali..) che, ho pensato, avrebbero potuto essere utilizzati, insieme ai 60'000 della confederazione, per comprare gli attrezzi per il medico che hai conosciuto o per ricoverare altri feriti gravi in Svizzera. Perché non utilizzare i soldi dei nostri stupidi botti, per attenuare il frastuono assordante di quelli che esplodono ogni giorno, senza festeggiare proprio niente, non poi così distante da noi? Perché non 
coinvolgere anche i comuni, sensibilizzando i privati, in queste operazioni umanitarie di qualità? Perché non chiedere questo, e questo soltanto, per festeggiare il compleanno della patria?



Possibile che non mi vada a genio nemmeno il primo agosto? Che debba trovare da ridire anche su quello? Possibile. Non va a genio nemmeno a me. Tu, però, non smettere di mettere a fuoco, senza artificio, le contraddizioni di questo mondo, Gianluca, perché non è troppo quello che chiedi, è troppo quello che non vogliono sentire.

3 commenti:

  1. Abbiamo una cosa in comune io e te.

    Entrambi abbiamo un amore peloso che vorrebbe scomparire nei meandri del pianeta quando sente uno sparo. Il mio, lo sai, si chiama Snoopy, Poto per gli amici (ovvero quelli che non sparano e magari portano cibo).

    Poi ne abbiamo una fracca d'altre ma inerenti a quanto scritto nel tuo post direi che possiamo fermarci qui :)

    Amo il primo d'agosto. Come? eccolo un sunto sgangherato: http://robertolenzi.blogspot.ch/2012/08/mamma-svizzera.html

    Apprezzo Gianluca come giornalista ma un'impercettibile (mica poi tanto) suo amore nel rileggersi o riascoltarsi non mi permette di amarlo. E lo dico da persona che ama rileggersi e riascoltarsi. Quindi non vale. Comunque...

    Non metto in dubbio il suo coraggio e il valore delle cose che dice e in cui sinceramente crede. Semplicemente lo fa in maniera, secondo me, troppo "oddio-quanto-sono-coraggioso-e-bravo".

    Tu invece lo ami e va benissimo così, anche perchè quanto espresso sopra è una personalissima opinione sulla forma, non sui contenuti.

    Ho grande rispetto per i tuoi ideali e valori, per l'impeto e la passione con le quali li difendi e li pubblichi. Ci vuole carattere e coraggio per esporsi come ti esponi tu. E con il passare del tempo e dei post, stai aggiustando il tiro, mettendo da parte la rabbia per un più efficace scoramento-di-fronte-alla-situazione-odierna di turno.

    - Fuochi d'artificio = spreco inutile (di soldi, salute pubblica, ambientale, ecc. ecc. ecc.).
    Verissimo. Non servono ad illuminare la notte per cause giuste, assordano coi loro botti (spaventando i nostri pelosi e non amici), inquinano l'aria di zolfo e altre porcherie di cui è piena l'aria dell'inferno, ne sono sicuro, migliaia di franchi in fumo, per nulla.
    Seguendo questo ragionamento, la musica è un inutile spreco di fiato, di movimento di dita e mani e braccia e piedi e gambe, di soldi per l'acquisto e la manutenzione di strumenti, lezioni di musica o canto, biglietti per concerti e spettacoli, e via discorrendo all'infinito.
    Lo sport stesso. Tutta la fatica che fanno gli atleti in queste settimane a Londra potrebbe essere impiegata nella costruzione di ponti o pozzi o ospedali nei più tormentati angoli del nostro piccolo pianeta.
    FINE PRIMA PARTE

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  2. SECONDA PARTE

    Lo sport. La musica. Il patriottismo elvetico. Se penso a queste tre cose mi vengono in mente due parole che prese da sole perdono molto di significato: passione e soprattutto Amore.

    Le Olimpiadi (lo so, sono infarcite di sponsor ed ingiustizie varie e chi più ne ha più ne metta) mettono in competizione pacifica tutti i popoli del mondo per la conquista di piccoli dischi metallici di diverso valore. Ma il simbolo dietro queste medaglie si chiama Amore per lo sport, passione infinita, onore, rispetto. Ecco perchè seguo tutte le gare olimpiche, non importa di quale disciplina. Perchè in gioco c'è tutto quello che rende diverso un essere umano da un computer. Ed ogni premiato su quel podio ha messo in gioco tutti i suoi sogni ed ora è lì a piangere come me seduto in poltrona, mentre si gode il momento più bello della sua vita.

    Suono e canto. Per permettere a più gente possibile di emozionarsi con me. Amore e passione, anche qui. Anche se dal punto di vista degli sprechi energetici potrei impiegare questo mio tempo in chissà quante altre attività benefice. Alla fine di un concerto con la Banda Estiva della Svizzera Italiana a Lugano, ho avuto il privilegio di conoscere un bimbo francese, 8 anni o giù di lì che faceva fatica a contenere il suo entusiasmo per il concerto, per la musica che non poteva più suonare perchè nella sua nuova casa non c'è posto sufficiente per un pianoforte, nemmeno a muro. Ma si è fatto promettere dalla sua mamma, aggrappato alla sua mano, che appena possibile butteranno giù un muro e allora il pianoforte ci starà. Aveva la gioia dipinta in volto. E mi ha detto che sono molto simpatico. Subito dopo una sciuretta mi ha energicamente stretto la mano nelle sue e mi ha detto di aver passato una serata incantevole.
    Mi sono commosso e ricordato del perchè spreco il mio fiato dentro uno strumento o leggendo ad alta voce cose strane, invece che impegarlo in attività più costruttive per il mondo.

    Il mondo attorno a noi si sta sgretolando sotto una nebbia fatta di globalizzazione, crisi finanziaria. Se allarghiamo il cerchio abbiamo conflitti etnici, religiosi, primavere arabe tardive, disattese, morte, distruzione, ingiustizia.

    FINE SECONDA PARTE

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  3. TERZA PARTE

    Prima dell'11 settembre vivevamo nel sogno di un mondo che non esisteva più. Dopo ci siamo svegliati impauriti. No, meglio. Terrorizzati. Da allora le cose vanno di male in peggio, anche nella nostra isola sempre meno felice.

    E allora le tradizioni sono le ultime cose che ci possono regalare un attimo di serenità, e il primo d'agosto resta un oasi di amore patrio, di passione patria. Una patria derisa, temuta, invidiata, attacata costantemente. E allora se per un giorno solo all'anno possiamo avere il diritto e il lusso di dimenticarci di quanto ci accade attorno, allora è bello tornare bimbi e guardare quanto belli siano i fuochi d'artificio, quante buone siano le costine, saltando in aria di spavento ad ogni botto non previsto, stringendoci tutti attorno ad una bandiera che da 721 anni è simbolo di pace, rispetto e amore per il diverso, in tutto il mondo.

    Se siamo stati più bravi ad amministrarci e a trarre vantaggio dal peggio dell'umanità in tutti questi anni non è colpa nostra. È merito della lungimiranza di chi è venuto prima di noi.

    Poi anche da noi esiste l'imbecillità e il peggio che l'umanità possa tirar fuori dal cilindro. D'altronde siamo esseri umani non per nulla. Ma sono convinto che pochi altri paesi al mondo siano rispettosi dell'ambiente e della vita altrui come lo siamo noi popolo Svizzero. E se per ricordarcelo meglio devo accendere una miccia e guardare il buio prendere vita e colori, beh sono fottutamente contento di poterlo fare :)

    Chiudo dicendo, a cuore aperto, che la Siria e l'impotenza dell'ONU e tutti i giochi di potere al suo interno, hanno sinceramente rotto i co... pardon, mi hanno stufato. Non credo più alla verità circa le notizie che ci vengono servite dai mass media, qualsiasi ne sia il colore o l'apparteneza politica o peggio la presunta imparzialità a riguardo.

    Tu lo sai. Da qualche mese ho smesso di informarmi, nauseato dalla negatività e dalle brutture di un mondo che non è più quello in cui sono vissuto. O meglio, che non è mai cambiato dalla comparsa dell'uomo sul pianeta. Vivo alla giornata, mettendo in pratica quanti più valori posso e cercando di condividerli con più gente possibile. Affronto ogni disgrazia con quanta più positività riesco a metterci.

    Tu però hai qualcosa in più che io forse non ho mai avuto. Amore e passione e fuoco per la libertà. Tutti puntati verso le ingiustizie del mondo. Esattamente come Gianluca. Ed è grazie a gente come voi che oggi la Svizzera è il paradiso che è e che sempre più gente nel mondo si sta ribellando alle tirannie che li soggiogano.

    Quindi hai ragione. Anche tu. Ma non andare mai al fronte, tu come Gianluca, senza essere privi di un sorriso. L'arma più potente di tutte.

    FINE (?)

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