domenica 29 aprile 2012

Cinquantadue cose.

Come il buon vecchio Jasper (so che solo alcuni di voi sanno già di chi sto parlando, la curiosità degli altri invece verrà placata - o foraggiata - presto), ho deciso di stilare una lista di cinquantadue cose.
A differenza sua, però, non saranno le cinquantadue azioni che non svolgerò più, bensì quelle che ho intenzione di fare appena tornerò nella terra dei boccalini e delle zoccolette, dopo questa ultima sessione oltre Gottardo. C'è da dire che, per ogni punto, me ne venivano in mente almeno altri tre e un quarto e che per questa ragione ho deciso di darmi un limite fissato a cinquantadue punti.
Jasper ne sa un bel po', così, ho pensato di rubargli l'idea di fermarmi anch'io una volta raggiunto quel numero, sicuramente non se la prenderà. Bisogna dire, inoltre, che le idee sottintese in altri punti, non vengono citate singolarmente. Per intenderci, non troverete il punto salare l'acqua se avete già letto cucinare la pasta, anche se avete in mente di salare l'acqua della vasca.
Per finire, la lista non segue un ordine logico preciso e i punti non verranno svolti in quest'ordine cronologico, tuttavia va ricordato l'impegno profuso nell'evitare di piazzare due verbi uguali vicini.

1. Evitare di puntare la sveglia.
2. Ascoltare un cd intero.
3. Preparare una torta.
4. Fare la pasta della pizza.
5. Andare a trovare qualcuno.
6. Sdraiarsi sul prato col naso in su.
7. Fare una passeggiata senza meta.
8. Leggere un libro.
9. Fare la patente.
10. Andare a un concerto.
11. Cambiare repertorio.
12. Dormire sul divano.
13. Sfogliare una rivista di dubbio interesse.
14. Guardare fuori dalla finestra per più di venti secondi di seguito.
15. Avere (di nuovo) un cane pastore.
16. Andare al mercato.
17. Cantare a squarciagola senza sapere in che tonalità siamo.
18. Fare un disegno.
19. Piantare i fiori.
20. Evitare i treni per due giorni di fila.
21. Mantenere fede alla scommessa persa.
22. Fare causa alla Vandoren.
23. Mangiare al grotto.
24. Andare al cinema.
25. Comprare una custodia nuova.
26. Alzarsi presto per fare qualcosa di bello in una giornata di sole.
27. Finire un racconto.
28. Fare una cena con gli amici.
29. Perdersi in chiacchiere fino al mattino.
30. Andare a Genova.
31. Fare rimbalzare i sassi al ponte.
32. Giocare al minigolf.
33. Take the midnight train going anywhere.
34. Costruire la casetta delle tartarughe.
35. Andare in biblioteca.
36. Fare una gita in montagna.
37. Riguardare Brisby e il segreto del Nihm, i Flappies e La spada nella roccia.
38. Suonare la chitarra con mio fratello.
39. Fare una grigliata in giardino.
40. Mangiare un gelato stracciatella.
41. Fotografare.
42. Stare seduta a tavola almeno per un'ora.
43. Passare la giornata in fattoria.
44. Avere le mani sporche.
45. Dirvi tante cose, una alla volta.
46. Cogliere l'attimo.
47. Guardare tre volte il tramonto.
48. Mettere in ordine la camera.
49. Andare al castello un buon ventodì.
50. Lasciare a casa l'orologio.
51. Scrivere una lettera.
52. Iniziare di nuovo.

lunedì 23 aprile 2012

Ninna nanna (1)

È vero, ho una raccolta di ninna nanne.
Mettiamola così, forse le colleziono, ma solo quelle belle, quelle che si attaccano da qualche parte e poi non se ne vanno più. Per intenderci, esattamente il tipo di ninna nanne che non mi fanno dormire. Ho deciso di presentarvele una ad una, dando loro un nome, un cognome e, soprattutto, una storia. Se avete voglia di fare lo stesso, sapete dove trovarmi.

La ninna nanna del contrabbandiere compare per la prima volta su Brèva e Tivàn, album firmato dalla Davide Van De Sfroos band, nel lontano 1999. Da allora l'abbiamo cantata in pigiama in salotto, in macchina, in viaggio e in luoghi lontani, ma sempre sentendoci a casa. L'abbiamo cantata intorno al fuoco con la chitarra e il fazzoletto al collo, l'abbiamo cantata sotto a un palco e perfino in chiesa. L'abbiamo cantata da soli e in coro. L'abbiamo cantata ridendo e piangendo, col cuore pesante e col cuore leggero.

L'abbiamo cantata tante volte e mai per addormentarci.
Qualcuno dice che abbiamo smesso di pregare le stelle e il sentiero,
altri dicono che - in un modo o nell'altro - non smetteremo mai.








domenica 15 aprile 2012

La voce dei luoghi


A volte sono le scarpe a fare la strada.
C'è un luogo dove il vento soffia più forte
e, per sentirti a casa, devi portarla con te.


A volte sono le scarpe a fare la strada.
C'è un luogo dove l'acqua scende più lenta
e puoi lavare i pensieri senza bagnarti.


A volte sono le scarpe a fare la strada.
C'è un luogo dove le ombre sono più chiare
e, per rallentare, devi andare più svelto.   


A volte sono le scarpe a fare la strada.
C'è un luogo dove il silenzio è più dolce
e puoi trovare risposte senza cercarle.

C'è un luogo che chiama
e un vento che soffia,
e un'acqua che scende
e ombre che sono
e un silenzio che è.
C'è un luogo che chiama.
A volte sono le scarpe a fare la strada.  


lunedì 9 aprile 2012

Ancia da prestazione


S e l b s t v e r t r a u e n



Also, nur gehen und Spass haben.

C'è un post(o) per tutti.


La prima pagina dell'ultima edizione della Weltwoche recita: "Arrivano i Rom: razzie in Svizzera.È possibile che questa immagine e queste parole (provocazione e anticipazione di un articolo sul serio problema dello sfruttamento dei bambini rom da parte della criminalità organizzata nelle città svizzere) possano passare inosservate agli occhi di qualcuno di voi, o addirittura rappresentarne la mentalità.
Per me, no. Mi sono arrivate addosso come una secchiata d'acqua fredda in gennaio.

Avrò tempo di raccontarvi della mia piccola grande esperienza con una realtà nomade che sostava, fino all'anno scorso, non molto distante dalle nostre case. Avrò tempo di spiegarvi il perché, il per come, e i grazie a. Purtroppo è facile fare rumore con un bimbo armato e parole grosse e lo è anche cadere in inganno e in errore alla vista di un manifesto del genere. Quello che mi preme dunque farvi avere ora è qualche spunto e qualche link da sfogliare, da ascoltare, un piccolo incoraggiamento a non fermarvi mai alla copertina.



Sfogliando i diversi rimandi su swissinfo.ch ho trovato informazioni interessanti. Per gli appassionati di fotografia sono riuscita a mettere le mani sulla notizia di una mostra esposta a Winterthur nel 2009. Qui e  qui si possono trovare alcune immagini tratte da questa esposizione di Joakin Eskildsen. Inutile dire che a breve cercherò di procurarmi questo libro.

Ironia della sorte, ho letto che questo book ha come introduzione uno scritto del premio nobel per la letteratura Günter Grass, proprio in questi giorni nell'occhio del ciclone per il suo Was sagen werden muss. Questa sera al telegiornale è stata mostrata l'intervista in merito, curata da Gianluca Grossi, a Amos Oz, scrittore israeliano.
Vorrei rubare le parole di quest'ultimo, senza la pretesa di essere migliori, ma con quella di essere curiosi e capaci di amare.

« La letteratura a volte può aiutare a immaginare l'altro, il diverso da noi. Credo profondamente nella curiosità, e la letteratura evoca la curiosità. La curiosità è una questione morale.
Una persona curiosa è migliore di una non curiosa, perché il curioso si chiede "che cosa farei se fossi l'altro?" questa domanda fa di un individuo una persona migliore, una persona capace di amare. »
Amos Oz (1939*)

E da ultimo, ma non meno importante, torniamo alle nostre latitudini.
Un piccolo assaggio di quel che arriverà, spero presto.
Non abbiate paura.
M a d i k h a s s h m e n


giovedì 5 aprile 2012

Più o meno così



« Guarda che quando ti infili le cuffie e alzi il fade del microfono e senti la tua voce, che è sempre la tua voce, però è più, più precisa, senti che puoi dire quello che vuoi, però sai anche che quello che dici dev'essere il massimo. E ti accorgi che ogni volta cresci un po'.. e quando non ce la fai più con le parole allora tà: usi la musica. Quella che tu hai scelto, quella che continua a parlare di te. Secondo me ci vorrebbe una radio così in ogni casa... ognuno a dire al resto del mondo la sua cosa. »


Luciano Ligabue (1960*)



« Ah! How sweet it is to love;
how gay is young desire!
And what pleasing pains we prove,
When first we feel a lover's fire;
Pains of love are sweeter far,
Than all other pleasures are. »

John Dryden (1631-1700)







« If music be the food of love,
Sing on till I am fill'd with joy.
For then my listening soul you move,
To pleasures that can never cloy,
Your eyes, your mien, your tongue declare,
That you are music ev'ry where.

Pleasures invade both eye and ear,
So fierce the transports are, they wound,
And all my senses feasted are,
Tho' yet the treat is only sound.
Sure I must perish by your charms,
Un less you save me in your arms. »


Colonel Henry Heveningham (1651-1700)