mercoledì 20 febbraio 2013

M 13, colpito e affondato

Sono incazzata come una iena. O forse mi converrebbe evitare similitudini, se non voglio farmi impallettare da qualche testa calda. Come da titolo, la notizia giunge oggi candida e leggera, con due giorni di ritardo. Mentre ieri, intorno alla tavolata con la (mia) torta e le (mie) candeline da spegnere, ancora discutevamo animatamente sulle sorti di un orso già bello che imbalsamato e promesso al museo di Coira, insieme a JJ3. Discussione che ha coinvolto per tutto il soggiorno del plantigrado - una delle poche parole corrette con cui la stampa impegnata ama riferirsi a questo animale, nemmeno fosse una parolaccia - grandi e piccini. Ieri, a casa mia, dai 20 agli 87: tutti d'accordo. Ma procediamo con ordine.

Per poterci permettere - sì, anche noi, mica solo loro - di utilizzare con ostentata nonchalance questo bel parolone occorre impararne il significato. Vi stupirò: plantigrado non è un insulto. Plantigrado, e cito la Treccani senza averla imparata a memoria, si dice di quei Mammiferi che, come gli Ursidi e i Primati, Uomo compreso, nel camminare poggiano a terra tutta la pianta del piede [...]. Che storia, colpo di scena, effetti speciali: uomo compreso.

Oggi a mezzogiorno mi sono letta, con sommo entusiasmo della mia commensale, che ascoltava citazioni e commenti, Strategia Orso, Piano di gestione dell'orso bruno in Svizzera. Le prime tre righe sembravano addirittura promettere bene, si parte infatti con un incoraggiante: "L’orso è stato dichiarato specie  protetta dalla legislazione nazionale nel 1962. Dalla ratifica della Convenzione di Berna nel 1979, la Svizzera sostiene anche gli sforzi internazionali volti alla protezione di questo animale." ma, proseguendo, la faccenda si fa sempre più interessante e meno chiara. Abbiamo le definizioni dei tre tipi di orso: quello discreto, quello problematico ed infine quello pericoloso, seguite dai metodi di gestione di ogni categoria, con tanto di schemino e freccette. Sappiamo tutti che finché non si modificherà l'articolo riguardante l'orso e i grandi predatori in genere, in Svizzera, raggiunto un certo livello di pericolosità (espressione a cavalcioni tra il poco chiaro e il ridicolo: neanche i predatori possono più fare il loro mestiere!) la vita di questi maestosi animali sarà in pericolo. Tuttavia, nella legge attuale, mi sembra si potesse barcamenarsi ancora un po' (tanto) prima di passare alle armi. Diamo un occhio alle classi sopracitate (ve l'ho scritto in helvetica, pooosesumsimpatica!):

Orso discreto
Definizione: l’orso può vivere senza farsi notare anche nelle regioni abitate dall’uomo, se trova cibo e possibilità di rifugio sufficienti. In questi casi, gli incontri con l’uomo sono rari. In certe situazioni, ad esempio se l’uomo sorprende un orso a breve distanza o un’orsa con i suoi piccoli, questi incontri possono tuttavia indurre l’animale a reagire in modo aggressivo. Questa reazione aggressiva fa parte del «repertorio comportamentale naturale» e non va quindi considerata anormale, fintanto che l’uomo non è ferito o addirittura ucciso dall’orso. 
Principi di gestione: nelle regioni in cui vivono orsi discreti, la Confederazione avvia, d’intesa con gli interessati, progetti regionali di prevenzione dei danni e li sostiene finanziariamente per almeno tre anni. Assieme ai Cantoni, ai Comuni e alle organizzazioni turistiche, la Confederazione informa inoltre la popolazione e i turisti su «come» convivere pacificamente con l’orso. I Cantoni provvedono affinché non venga dato regolarmente da mangiare agli orsi, ad esempio come attrazione turistica nei pressi degli alberghi, e controllano il foraggiamento della selvaggina nelle regioni in cui è presente l’orso. I Cantoni effettuano un costante monitoraggio del numero degli orsi e, in particolare, forniscono informazioni in merito all’eventuale presenza sul territorio di orse in compagnia dei loro piccoli, che possono più facilmente entrare in conflitto con l’uomo
Orso problematico  
Definizione: gli orsi sono animali con una grandissima capacità di apprendimento. Nel paesaggio rurale, i grandi onnivori imparano rapidamente a sfruttare le molteplici fonti di nutrimento nei pressi degli insediamenti umani. Alcuni possono ad esempio imparare a cercare soltanto (?) cibo vicino alle zone abitate, causando così regolarmente danni materiali, sbranando animali da reddito o facendo razzia di alveari e frutteti. Gli incontri con l’uomo diventano in tal modo più frequenti: l’orso impara che l’uomo non rappresenta un pericolo e il superamento della paura è premiato con un cibo eccellente.  Sempre più spesso, questi orsi si avvicinano all’uomo o agli insediamenti e ai casali, irrompendo nei pollai e nelle conigliere o cibandosi dai letamai e dai mucchi di compost, ad esempio. Si creano così frequenti situazioni potenzialmente pericolose per l’uomo. L’orso può iniziare a comportarsi in modo aggressivo con le persone, pur non ferendole. Un orso di questo tipo è considerato un orso problematico. 
Principi di gestione: in presenza di orsi problematici che causano regolarmente danni materiali, l’UFAM e il Cantone avviano un progetto regionale di prevenzione dei danni che offra misure di protezione ai diretti interessati. Questo progetto è elaborato assieme agli interessati della regione. Se i danni si verificano ripetutamente nello stesso luogo, nei pressi degli insediamenti o malgrado le misure di prevenzione dei danni, bisogna pensare ad azioni di dissuasione. Se l’orso entra addirittura negli insediamenti, viene catturato, munito di una radiotrasmittente e quindi dissuaso a più riprese in modo sistematico e coerente.
Orso pericoloso 
Definizione: un orso è considerato pericoloso se, malgrado ripetute azioni di dissuasione, non si lascia intimorire dall’uomo o ha attaccato una persona in modo aggressivo, ferendola o addirittura uccidendola. 
Principio di gestione: non appena un orso è classificato come pericoloso, è eliminato mediante abbattimento. La cattura e il trasferimento in un recinto o altrove non sono opzioni accettabili. (?)


Qualche domanda random, almeno a me, sorge spontanea. Come mai se l'uomo sorprende un orso discreto e questo reagisce in modo aggressivo, pur senza uccidere o ferire, questo comportamento rientra nel repertorio comportamentale naturale dell'animale, mentre per le altre categorie risulta un problema? Tra l'abbattimento dell'ultimo orso e oggi, quanti reali progetti regionali di prevenzione sono stati attivati e portati avanti? Perché non vengono messe in pratica alcune semplici regole (come per esempio contenitori per i rifiuti a prova di orso e affini, già in uso altrove) dai comuni e dagli altri plantigradi (tanto  per creare un po' di confusione, sempre sullo stile del giornalismo di punta di questi giorni)? Se l'orso problematico ha questa "grandissima capacità di apprendimento", perché non sfruttarla anche per fargli capire di starci al largo? Che vuol dire "cercare soltanto cibo"? Ci manca solo che si mettano a prosciugarci il conto in banca o a rubarci i mariti. Questa è cultura generale, ma lo sapete che l'orso va a rompere le arnie per le larve e non per il miele? Quando sono iniziate, finite le "azioni di dissuasione"? e quelle "ripetute"? "Sistematiche"? "Coerenti"? Ok i pallettoni, ma ci sarà pure qualche altra trovata? Perché la cattura e il trasferimento in un recinto o altrove non sono opzioni accettabili? Quand'è che M13 è stato promosso nelle varie categorie? Io l'avrei promosso a "orso poliziotto" - così magari lo ribattezzavamo Tequila o Rex, dopo il ritrovamento del cadavere (vittima di omicidio) a Spiss.

La faccenda orso ha sollevato un gran polverone. A buona ragione, proponendo soluzioni mirate e con critiche costruttive che speriamo muovano qualcosa, ma anche con commenti fuori luogo e di una buona bassezza. La cosa buona, divertente o spaventosa (a voi l'ardua sentenza) è che per i diritti dell'orso saltano in piedi tutti, mentre per quelli dell'uomo (prima che mi saltiate addosso accusandomi di incoerenza, non mi riferisco a quelli "minacciati" dai grandi predatori) ancora ci si abbassa con tranquillità. Che senso ha? Se ne escono anche i politici, fortemente scossi. Pierre Rusconi, già presidente cantonale dell'UDC: "Abbattuto M13. Siamo un paese di merda! Mi vergogno della Svizzera! [..]". Forse qualcuno, provoco, dovrebbe dirgli che l'orso era frontaliere.

Per quanto mi riguarda, la penso come Massimiliano Rocco, responsabile specie, TRAFFIC e Foreste del WWF Italia: "M13 non era un orso problematico, nei mesi scorsi ha solamente mostrato un atteggiamento confidente che non giustifica minimamente l'applicazione della norma, prevista dal Piano di azione svizzero, dietro cui si nascondono le autorità elvetiche. Così si rischia di spazzare via i pochi anni di sforzi di conservazione messi in piedi dall'Unione europea e dagli enti italiani per mantenere nelle Alpi un gioiello prezioso come l'orso."

Per intanto mi fermo qui; M13, che bel nome, adesso me lo immagino brillare nell'ammasso globulare di Ercole, suo omonimo. Ciao plantigrado.





WE COULD BEAR THE BEAR.