martedì 19 giugno 2012

O L U E I S L



 « Sentirò la tua mancanza, Jonathan.
Che dici mai? [..] non dire sciocchezze! [..] Se la nostra amicizia dipendesse da cose come lo spazio e il tempo, allora, una volta superato lo spazio e il tempo, noi avremmo anche distrutto questo nostro sodalizio! Non ti pare? Ma se superi il tempo e lo spazio, non vi sarà nient'altro che l'adesso e il qui, il qui e l'adesso. E non ti sa che, in questo hic et nunc, noi avremo occasione di vederci, eh, ogni tanto? »

(Richard Bach 1936*)




Non mi serve un dove né tantomeno un quando.
Noi abbiamo appuntamento OLUEISL in un posticino speciale.
Buon Compleanno, vecchia Pulce.



giovedì 14 giugno 2012

Non è vero.

Non so chi abbia avuto la geniale idea di togliere il freno alla cassa di sapone.
So che adesso il tempo fila e che ci sono già sfuggiti di mano sei mesi.
E non mi piace, non mi piace per niente.


« C'è questo maestrale, e tutta questa musica,
che non mi lascia andare, non si dimentica.

Ma se vedemu in tu mezu du mâ,
suvia a n'unda che nu pö turnà,
sempre anà, anà, anà.

Sutta-a-o ventu a rintanà,
a cerca tera in mezu a u mâ,
sempre anà, anà, anà. »

(Cristiano de André, 1962*)

martedì 12 giugno 2012

C r o ssroad

Se la musica fosse, sarebbe. Un paio di piedi scalzi, un disco in vinile, due occhi scuri, un cielo blu, una camicia abbottonata male, una biglia rossa, una corda saltata. Una carezza, una matita con la punta, una vecchia fotografia, una montatura ingombrante, una scatola di colori, un chiodo arrugginito, un gelato stracciatella. Una nuvola piena di pioggia, un sasso sul fondo, uno sguardo curioso, una coperta a quadri, una mano tesa, un caffè, una finestra aperta. Una voce graffiante, un tramonto da paura, un puzzle senza un pezzo, un camino acceso, un cane addormentato, un prato grande, un libro. Una lettera, una sorpresa, una candela, un cioccolatino al peperoncino, una radio con l'antenna, un cuore grande, il sole alla mattina presto. Due calze diverse, un bracciale, un tappo di sughero, un fiocco di neve, un sentiero nel bosco, un temporale, un treno. Una stella alpina o una margherita, un fumetto, una coccinella, una bicicletta col cestino, una tinca, un bambino. Una cornice, un cappotto, un orologio a pendolo, una domanda, una manciata. Una foglia, un basco, un fratello. Un tetto, una capricciosa. Se la musica avesse un'espressione, sarebbe un sorriso. 
Se la musica è un, allora chà.


«Accadono cose che sono come domande.
Passa un minuto, oppure anni,
e poi la vita risponde.»
(Alessandro Baricco, 1958*)




Wish you a crunchy birthday, Bro'.



(le ultime due fotografie sono di proprietà di Francesco Piu.)

venerdì 1 giugno 2012

Hylo








Il trentuno maggio di un anno fa, a Galbisio, incontravo per la prima volta questi occhi brillanti e questi sorrisi. Incontravo mani tese, richieste curiose, domande imbarazzanti. Mettevo piede in una scuola del tutto speciale, dove le classi seguono regole bizzarre e le ore passano veloci. Dove la voglia di imparare è ancora forte e le campanelle, per fortuna, non esistono. Imparavo a non sorvegliare la borsa e a mettere da parte i pregiudizi che ci inculcano in testa fin da bambini. Ritrovavo, finalmente, il sapore del vento e il profumo di libertà.






Mi hanno chiesto di voi, di incontrarvi, uno per uno.


Mi hanno chiesto perché voi non chiedete di loro.
Non ho saputo dare risposta.